16/06/08

WHITE DENIM " WORKOUT HOLIDAY "

- Frequenze Review -



Joshua Block, James Petralli e Steve Terebecki ovvero batteria, chitarra e basso della nuova fontiera del garage, una landa distante anni luce dalle normali convenzioni, costruita su terreni anomali e contaminati.
I White Denim suonano a velocità siderali un Bluesy-Soul che a quei giri sublima in punk, wave, prog e stramberie varie. Dopo aver ascoltato i 12 brani del loro Lp di debutto sulla scena Europea (hanno alle spalle un paio di Ep in USA) "Workout Holiday" per l'etichetta Full Time Hobby, siamo certi di poter parlare senza dubbio di una delle migliori novità di quest'anno.


Recensione n. 65/2008
White Denim
"Workout Holiday"
Full Time Hobby


Lets Talk About It
Shake Shake Shake
Sitting
I Can Tell You (Mp3)
Mess Your Hair Up (Mp3)
Heart From All Of Us
All You Really Have To Do
Look That Way At It
Darksided Computer Mouth
WDA
Don't Look That Way At It
IEIEI


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White Denim Myspace


Poco più di 35 minuti, questa la tempistica dell'avventura nel cosmo dei White Denim, da Austin, Texas, profondo sud degli Stati Uniti. Un viaggio in un caos particolarmente interessante. Si parla fondamentalmente di garage, ma l'esperienza a cui si è sottoposti è decisamente più attualizzata rispetto ai canoni classici del genere: la macchina sonora che ha caratterizzato band come Kinks o Standells (e parecchi altri "Nuggets", in verità) subisce qui un trattamento post-punk in mezzo a prodotti con loghi di Gang Of Four, Devo, Minutemen, Wire e altre diavolerie a cavallo degli Eighties. Ciò che ne esce porta con degno orgoglio una carrozzeria corrosa nei ritmi (rotti, spezzati in più parti ma con uno scheletro dinamicamente rinforzato), che perde qualcosa in termini di impatto immediato ma ne acquista dal punto di vista della freschezza. Un disco disordinato, caotico, indisciplinato, un capolavoro sfocato che si perde in certe digressioni che fanno smarrire il filo più volte e colpi di genio improvvisi che riportano le orecchie a capire cosa stà realmente accadendo. Un ascolto non vi basterà, questo è sicuro. Certi suoni che inizialmente entrano nei timpani per lasciare un leggero ronzio e scappare, sono destinati a ritornarci per girarci vorticosamente e non abbandonarli più. Si è costretti a tornare più volte sui due minuti scarsi di I Can Tell You prima di gridare al miracolo. Le forme sinuose del beat dei '60 (Beatles, Kinks) vengono ri-editate con un fonkadelico stile alla Sly Stone e ritmi provenienti dall'Africa nera. Più che un miracolo, forse, una maledizione, visto che la melodia delle sue brevi strofe appiccica come la colla. Persino la hit Let's talk about it, brano che apre gli ascolti, è pregna di una immediatezza strana, che svanisce col passare dei minuti ma fa comunque innamorare selvaggiamente. Forse per colpa dell'eco dei suoi scarni riff che continuano a sbattere nelle pareti del cervello anche parecchio dopo aver spento lo stereo. Ma veniamo al dunque: non avrete la vera impressione di ascoltare dei geni fino a quando non approderete sulle spiagge di Mess Your Hair Up. Un Rock'n'Roll tirato e superballabile, la cui pausa serve in realtà come piattaforma di lancio per un missile wave-funk destinato ad esplodere insieme all'hand-clap che lo accompagna.
Un lavoro tremendamente deviante e allo stesso tempo illuminante. I White Denim accompagnano il Rock'n'Roll a fare due passi in un buco nero. Se avrete il coraggio di seguirli fino in fondo, troverete, passata la caotica tempesta iniziale, una luce accecante ad aspettarvi. Un disco da amare, possedere, perpetuare.

Video: Let's Talk About It

2 commenti:

Marco ha detto...

Deni, mi hai risollevato questo grigio lunedì di pioggia.

Anonimo ha detto...

Davvero bello

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