31/05/08

I*C*O*N*S*P*A*R*T*Y* TONIGHT

- Notte Bianca Universitaria -


(click on photo)

Quest'oggi, a partire dal tardo pomeriggio, in occasione della Notte Bianca Universitaria, la città di Cesena sarà animata, fino a tarda notte, da diversi eventi sparsi per tutto il centro storico. Frequenze Indipendenti vi aspetta di fianco al piccolo/grande LegoCafe, nella piazzetta in fondo a Vicolo Cesuola (vedi indicazioni da ovunque voi arriviate) dove il programma si preannuncia particolarmente ricco: alle 18.00 si comincia con l'aperitivo accompagnato dal SoulPower djset di Spinoesse con la possibilità di cenare in piazzetta (per sicurezza consigliamo vivamente di prenotare allo 0547.610340 ) aspettando le 22.00 per assistere all'atteso live dei carioca Dead Rocks. Il groove di questi signori brasiliani fonde un irresistibile surf’n’roll con forti dosi di blues, rockabilly, samba e garage rock. Un suono energico e coinvolgente, impossibile stare fermi. Dalle 23.00, mentre la piazza si colora dell'iconografia rock degli ultimi 10 lustri con proiezioni giganti dei ritratti e delle foto che hanno fatto della seconda metà del novecento il periodo più rock'n'roll della storia, daremo il via alle danze con l'inconfondibile sound di Frequenze Indipendenti, accompagnati dagli specialisti in "R'n'R Good Vibrations": Monogawa Entertaiment. Cos'altro dobbiamo aggiungere!? Date un'occhiata al PROGRAMMA COMPLETO della manifestazione e, se volete, sapete dove trovarci.

30/05/08

SUPREME TEES

- Frequenze Fashion Victim -

Prima di cominciare a sperimentare, in pieno delirio disco music, i costumi di scena piu improbabili (storici quelli da Cleopatra), sul finire degli anni 60 alle Supremes bastavano un paio di jeans sbiaditi e una maglietta per lasciare tutti senza fiato. Quella storica indossata da Diana Ross nella copertina dell’album “Love Child” è stata ristampata in edizione limitata per una mostra sui costumi di scena delle Supremes allestita dal Victoria & Albert Museum di Londra (il più grande museo di arte e design del mondo) dal 13 Maggio al 19 Ottobre 2008.Se capitate in zona vi consigliamo di farci un salto. Ovviamente la potrete acquistare, insieme ad altri pezzi, gadget e pubblicazioni, solamente nel punto shop del museo.

SURFWISE

- Frequenze Real Movie -

Titolo:
SURFWISE
The amazing true odyssey of the Paskowitz family
Regia:
DOUG PRAY
Sceneggiatura:
DOUG PRAY
Nazione:
USA,2007
Genere:
DOCUMENTARIO
Durata:
93 MINUTI
Uscita:
9 MAGGIO 2008

L'utopia assoluta che si trasforma in realtà.
A fine maggio uscira Surfwise, il docu-film sull'affascinante vita di Dorian "Doc" Paskowitz, il medico israeliano che di punto in bianco ha abbandonato la sua brillante professione per dedicarsi alla vita da nomade-surfista insieme alla moglie Juliette e ai suoi nove figli tutti a bordo di un camper (sottotitolo: L'incredibile e vera odissea della famiglia Paskowitz). Una vita off, alternativa e assolutamente fuori dagli schemi. Il film, diretto da Doug Pray e proiettato al Starz Denver Film Festival, è molto più di un surf-movie: narra questa vicenda, forse pazzesca per molti ma invidiabile da chi cerca di seguire e realizzare i propri sogni. [Via Lo zen e l'arte del surf]



MP3: Langhorns - Surf 99
MP3: The Ventures - Walk Don't Run
MP3: Del Shannon - Runaway

"Before Jack Kerouac Went On The Road, The Paskowitz Family Was Already There"

29/05/08

PETE MOLINARI & VINCENT VINCENT AND THE VILLAINS: POTERE AL PASSATO

- Frequenze Review -


Vincent Vincent and The Villains "Gospel Bombs" - 2008 EMI
Pete Molinari "A Virtual Landslide" - 2008 Damaged Goods Records
Recensione n. 50-51/2008

Diverse uscite discografiche di questi ultimi anni riprendono di pari passo sapori di periodi passati come se non fossero stati goduti fino in fondo. Probabilmente si tratta di una questione nostalgica: tutta la nostra generazione, che certi suoni può assumerli solo attraverso i pastiglioni edulcorati proposti dalla TV, i solchi invisibili dei cd e i fasti cibernetici di Youtube, non riesce a concentrarsi su un presente (questi anni 2000) che grida la volontà di ottenere una personalità definita. Che la grossa arancia delle idee musicali sia già stata spremuta fino in fondo? Vedremo. Intanto c'è da dire che alcune di queste uscite sono proposte e realizzate tremendamente bene. Prendiamo per esempio Pete Molinari: un personaggio che si è esibito "on the road" in tutti i piccoli Club dove anni prima avevano lasciato l'impronta i vari Bob Dylan, Fred Neil e C., un cercatore di suoni vintage, un fedele servo dell'analogico. Pete riesce in una impresa dove molti prima avevano fallito, quella della perfetta riproduzione. Banconote sonore talmente curate da sembrare originali. Siamo lì, fra Dylan e i Byrds, fra Orbison ed Hank Williams, Phil Ochs e il blues di frontiera. In mezzo alla polvere delle strade americane, la voce nasale di Molinari canta di vittorie e di sconfitte, regalando alcuni brani memorabili: "Look what I Made", "It Came Out of the Wilderness", "Lest We Forget" e un "Halleluja Blues" che sembra tirato fuori dai classici di Johhny Cash. Un feeling sincero di chi, evidentemente, ha un certo periodo nel cuore e un ispirato talento fra le mani. "A Virtual Landslide" (questo il titolo del suo secondo Lp) è stato registrato nella roccaforte londinese dell'analogico, i Toe Rag Studios, una centrale di suoni ancora incontaminati. Fra quei macchinari sono passate, oltre a quella di Molinari, le facce di Dan Sartain, White Stripes, Billy Childish, Supergrass e Kills: luoghi dove Pro Tools è vietato e i computer sono lasciati gentilmente ad aspettare fuori. Chi fosse interessato dia un'occhiata qui.
A proposito di Londra, un altro faccendiere del passato che ha i natali proprio nei sobborghi della capitale d'Albione, è Vincent Vincent, l'altra faccia del periodo portato a vessillo da Molinari, quella più giocosa e spensierata. I signori che accompagnano Vincenzo sono un'evoluzione dei Double Card Bastards, una rockabilly band progredita in forma definitiva col nome di "Villains". Inizialmente la band aveva un secondo frontman, Charlie Waller, poi fuggito verso lidi più ambiziosamente personali, i Rumble Strips. A Vincent piace tanto recitare. I brani di "Gospel Bombs" sono vere interpretazioni teatrali, ciò che sarebbe successo ai pezzi di Orbison (sì, ancora lui), Gene Vincent e Johnny Kidd, se fossero stati reinterpretati da Richard Hell e i suoi Voidoids. L'intero lavoro è da leggere attraverso la lente del divertimento. Dalla prima nota di "Beast", una splendida e romanzata storia dal retrogusto mariachi, fino all'ultimo urlo di "The End Of the Night", questo album è un inno alla spensieratezza e alla voglia di ballare. Dovessi fare un viaggio, "Gospel Bombs" sarebbe il primo album che metterei in valigia. Cominciate a provare gli Hand-Clap, questa estate Vincent e i suoi Villains potrebbero atterrare in Italia.
Ma lasciamo questa storia a periodi più maturi...

Download:

(MP3) Vincent Vincent and the Villains - Beast
(MP3) Vincent Vincent and the Villains - Killing Time

(MP3) Pete Molinari - It Came Out Of The Wilderness
(MP3) Pete Molinari - Look What I Made Out (Of My Head, Ma)

INTERVISTATI DA CESENABLOG.NET

- Frequenze News -



Dal pomeriggio di ieri è possibile leggere, sul sito Cesenablog.net, un'intervista su FrequenzeIndipendenti rilasciata, nei giorni scorsi, da Daniele alla redazione del giornale web. Cesenablog è un sito di giornalismo partecipativo, un punto di riferimento importante per l'informazione libera ed autogestita proteso a dare un quadro di sintesi su eventi e notizie relative alla nostra città e alla sua provincia, aprire conversazioni con i lettori, sostenere la condivisioni di idee. Ringraziamo la redazione per averci dato voce e modo di ampliare gli orizzonti comunicativi del nostro progetto. Sono quei piccoli segnali di conferma che offrire una programmazione radiofonica "diversa" - soprattutto in una regione votata al rock di qualità com'è la Romagna - rappresenta un valore di distinzione netto su cui continuare ad investire tempo e passione.


>>Vai all'intervista<<


28/05/08

A REBEL WITHOUT A CAUSE

- Frequenze Old School -

Quella notte Dio aprì il cielo e gli chiese: “Vuoi vivere lungamente o bruciare la tua vita nel tempo di una sigaretta?”
Lui gli rispose “Cos’ho da perdere?”
“Se scegli una lunga vita, ne perderai la sostanza ed i suoi dolori. Se invece scegli la via più breve, vivrai intensamente ogni respiro, sino a lacerarti l’anima”.
James lo guardò, come se stesse guardando chiunque altro.
Poi disse: “Vada per la sigaretta.”
Questa, la romanzata genesi di quel fenomeno mediatico e culturale di James Byron Dean, in arte, semplicemente, James Dean.
Nato nel 1936 in una fattoria dell’Indiana, dove lo sport nazionale era tirare con la fionda alle scatole vuote di corn flakes, si trasferì dagli zii, anche loro hoosiers da fattoria. Poi Santa Monica…Los Angeles…ma in questo caso non è importante tanto il Dove, ma piuttosto il Come.
Dean incarnò le paure di tutta una generazione, la voglia di infrangere le regole. Il suo giubbino rosso profumava di sogni e di libertà. Non molto alto ma bellissimo, aveva un carattere forte e scontroso. Forse per questo il suo guru, Marlon Brando, lo detestava a morte. Se solo da bambino avesse avuto una chitarra, probabilmente sarebbe diventato un rock’n’roll hero alla stregua del Re. L’alter ego cattivo e ribelle…dannato per aver fatto un patto non con il Diavolo questa volta, ma con Dio in persona.
“Gioventù Bruciata” (1955 - in inglese appunto “Rebel Without a Cause”, ossia “Ribelle senza motivo”) è il film che meglio rappresenta la sua essenza: un problematico rapporto con i genitori, una madre troppo invadente ed una figura paterna lasciva, debole e sottomessa, su cui non poter contare. Lui, solitario come nella vita reale, con la passione per il rischio ed il suo onore da far rispettare. Una biografia, più che un semplice film.
La morte, avvenuta il 30 settembre 1955 sulla statale 466 della California, non fece che conferirgli quel velo di misteriosa ed inspiegabile magia che ha chi se ne va, pur restando.
Il fantasma che aleggia sulla sua tomba, al Park Cemetery di Fairmount, nell'Indiana, ogni notte sussurra agli avventori questa frase:

“Sogna come se dovessi vivere per sempre…vivi come se dovessi morire oggi”

I designer della Swear (noto brand inglese di calzature) hanno risposto alla passione per la figura di James Dean con la realizzazione di più serie di scarpe con il suo nome: le “Swear Dean”.
Diversi i modelli (Dean 02, la più classica tra tutte, ispirata alle storiche “clippers”, a punta, stringate e con punta lavorata a fiore, oppure le Dean 49, sullo stesso modello ma con quattro strisce di velcro per chiusura), vari i colori, alcuni incredibilmente appariscenti (oro, blu elettrico, ecc..). Per tutti i gusti davvero.
Definite come sneakers chic, in UK stanno avendo ormai da qualche anno un ottimo successo, soprattutto per essere state indossate da bands come Franz Ferdinand. Se passate da Carnaby Street fate un giretto nello shop…di sicuro qualcosa troverete. Altrimenti digitate www.swear-london.com e curiosate tranquilli. Con una spesa nell’ordine del centinaio di euro potreste avere sulle vostre suole questo signore qui a sinistra. Non so se mi spiego…

Marco Rota


Download:
(Mp3) The Deans - Hurt by Love
(Mp3) Black Rebel Motorcycle Club - Ain't No Easy Way
(Mp3) M83 - Highway of Endless Dreams
(Mp3) Supergrass - Rebel in You

Video: "James Dean Documentary"

AND THE WINNER IS...

- Liars Contest -

Vincono un biglietto per il Live dei
LIARS
Giovedi 29 Maggio
presso
BRONSON (Ra):

ISABELLA MONTI
Croce di Montecolombo (Rn)

SANDRO CASANOVA

Bologna

27/05/08

ANDREW WEATHERALL "Watch The Ride"

- Frequenze P-Review -


Che bello ritrovare l’immenso Andrew Weatherall alle prese con il sesto capitolo di “Watch the Ride”: la serie di raccolte edite da Harmless dedicate ai migliori talenti internazionali della musica underground contemporanea. Mr.Weatherall è un personaggio assolutamente di spicco nel panorama dance, avendo dato un enorme contributo ad una miriade di produzioni, 12”, album, e remix come Sabres of Paradise prima, e come Two Lone Swordsmen poi. Grazie alla sua geniale lungimiranza è l’uomo responsabile del successo di “Screamedelica” dei Primal Scream; senza il suo lavoro di revisione (allora non usava il termine remixare) non sarebbe stato che un buon album rock, molto influenzato dai Rolling Stones ma niente di più. Oltre agli impegni come produttore, Weatherall ha trovato il tempo di essere un dj di fama internazionale: resident al Fabric di Londra, al Back to Basics di Leeds, al Robert Johnson di Francoforte e al Mondo di Madrid. La sua selezione spazia, con il solito piglio eclettico/psichedelico che lo contraddistingue, dalla black, al post punk fino alla dance elettronica. Andrew snocciola perle rare (Fairmont, Maximum Joy, Cosmo Vitelli, Padded Cell) e remix esclusivi (scordatevi di trovarli altrove) di Siouxie, Au Revoir Simone, Love Is All, The Black Lips, andando su e giù negli anni con la naturalezza riservata solo agli illuminati della consolle.
In poche parole: spacca!

:Tracklist:Mixata:
1. Roy Montgomery - London Is Swinging By His Neck
2. Beataville - Keeping Barry In Check
3. The Black Lips - Veni Vidi Vici (Andrew Weatherall Dub)
4. Cosmo Vitelli - Converted
5. Maximum Joy - Let It Take You There
6. Mock & Toof - Beat Up
7. E.S.C - The Legacy (Andrew Weatherall Mix)
8. Padded Cell - Far Beneath London
9. Love Is All - Make Out,Fall Out Make Up(ChickenLipsMalfunctionMix)
10. Siouxsie - Into A Swan (Weatherall Mix)
11. Simian Mobile Disco - State Of Things
12. Fairmont - Fade And Saturate
13. Au Revior Simone - Sad Song(Danton Eeproms Lost80sHitRemix)
14. Alloy Mental - Seconds
15. The Oscillation - Saturn 5
16. Silver Apples - I Have Known Love

(MP3) My Bloody Valentine - Soon (AndrewWeatherall 12"mix)

Creation Records,1990

Here We Go!

COVER ART RELOADED 3

- Tributes And Inspirations - (parte 1 e parte 2)

SIMON & GARFUNKEL - Bookends (1968)
KRUDER & DORFMEISTER - G-Stoned (1996)

26/05/08

FAST REVIEWS

- Consigli veloci -

The Morlocks "Easy Listening For The Underachiever" (Go Down)
Questo disco segna il ritorno di una delle più importanti formazioni del rinascimento garage degli anni 80: i Morlocks. La band fu fondata dal cantante Leighton Koizumi subito dopo aver concluso la sua esperienza con i seminali Gravedigger V (il cui All Black And Hairy è ancora oggi oggetto di culto per i fan del genere). "Easy Listening For The Underachiever" è un album che trasuda passione nei confronti del garage-punk, un disco senza tempo e senza compromessi. Uscito nel 2007 in sole 200 copie in CD per Olde Haat Records in America, viene ora stampato per la prima volta in Europa in due edizioni: vinile rosso (edizione limitata a 500 copie) e CD, contente, oltre all'album, un’intervista ai Morlocks e 2 brani registrati in Olanda durante il tour dell’anno scorso (Foto: copertina originale).

Bonnie Prince Billy "Lie Down In The Light" (Domino)
Nono album di Bonnie Prince Billy e primo vero album dal 2006 ("The Letting Go"). Guizzi di chitarra intrecciati a splendide armonie vocali, "Lie Down In The Light" è l’album più luminoso di Oldham. Ancora una volta, ad imporsi su tutto sono una voce al top per espressività ed eclettismo e una scrittura versatile ed efficace. La copertina del disco è stata disegnata da Joanne Oldham, che aveva già rappresentato le copertine di "I See A Darkness", "Master And Everyone", e "Guarapero" dei Palace. Prossimamente in Italia, per un’unica data, il 16 Giugno nell’ambito di Strade Blu Festival 2008.
(Mp3) Bonnie Prince Billy - You Remind Me of Something

James Pants "Welcome" (Stones Throw)
Dalla attivissima Stones Throw arriva un artista a tutto tondo di cui abbiamo già parlato qualche tempo fa. James Pants oltre alla passione per il Soul e l'Hip Hop risente parecchio di influssi disco-pop ed electro: una sorta di Prince bianco che si muove tra psichedelia nera ed effervescenti ritmi Funk. Tra gli ospiti, Gary Davis e Deon Davis. Per fans di N.E.R.D., Jamie Lidell, così come della prima Electro di Cybotron ed Egyptian Lover.
(Mp3) James Pants - We're Through

Colin Meloy "Sings Live!" (Rough Trade)
Un disco dal vivo tanto inaspettato quanto convincente. Il leader dei Decemberists pubblica una testimonianza del tour da solista, inanellando cover acustiche di Decemberists, Fleetwood Mac, The Smiths e altri ancora. Un lavoro che nasce di basso profilo e mantiene questa umiltà, malgrado Meloy sia uno dei migliori songwriter dei nostri tempi.
(Mp3) Colin Meloy - We Both Go Down Together

Subtle "Exciting Arm" (Lex)
Reduci dalle preziose collaborazioni con TV On The Radio e Mike Patton i Subtle dell’ex Clouddead Dose One pubblicano un nuovo album in studio che rappresenta idealmente l’apice di una trilogia. "Exiting Arm" è in assoluto il loro disco più accessibile, un suono che, facendosi largo tra le scorie avant hop del passato, abbraccia oggi una dimensione indie dalle tinte fortemente pop psichedeliche. Disco raccomandato da Pitchfork (8,3).
(Mp3) Subtle - Unlikely Rock Shock

The Herbaliser "Same as it never was" (!K7)
"Same as it never was..." è proprio con questa frase ripetuta in loop che inizia il nuovo album degli Herbaliser, il duo composto da Jake Wherry e Ollie Teeba che, con l’originale miscela tra Acid Jazz e Hip Hop, si è imposto negli ultimi anni come uno dei progetti più rappresentativi di casa Ninja Tune. Per il nuovo disco, Jake e Ollie si accasano presso la tedesca !K7. Arruolata per la prima volta una vocalist in pianta stabile (la talentuosa ventiduenne londinese Jessica Darling), gli Herbaliser presentano un lavoro che affonda sempre nell'Hip Hop le sue radici, ma che viene (ancor più di prima) contaminato dal Jazz, dal Funk, da uno scarno RnB fino a sconfinare nel Pop e nella Musica da Film. Con "Same As It Never Was" i due si rimettono in gioco e realizzano il "Sgt. Pepper" dell'Hip Hop dell'ultimo decennio.

Quiet Village "Silent Movie (!K7)
Dopo 3 ricercatissimi singoli su etichetta Whatever We Want - remix di Gorillaz, Francois K e Cosmo Vitelli – i Quiet Village escono dalla zona d’ombra per presentare il loro album d’esordio. Il progetto comprende il collezionista di tesori musicali nascosti Joel Martin e la stella nascente della Electro Matt Edwards (meglio noto come Radio Slave). Influenzati dalle colonne sonore italiane degli anni 70, dalla library music, dalla disco, dall’acid rock e dal soul, i Quiet Village maneggiano gli elementi più disparati – chitarre bluesy, musica da camera, tremolanti breakbeat, flauti psichedelici, unitamente a bizzarri effetti sonori – e, mescolandoli insieme, ci conducono attraverso un’affascinante e ipnotico viaggio fatto di atmosfere cinematiche e vintage.
(Mp3) Quiet Village - Circus of Horror

OLD SCHOOL

Otis Redding "Otis Blue" (Rhino)
Lo storico album del 1965 ristampato in edizione deluxe. Il CD1 comprende l’album originale in versione Mono, oltre a 6 brani live al Whisky A Go Go (4/66) e 5 bonus track: versioni alternative e B-Sides. Il CD2 contiene la versione Stereo dell’album originale, 5 brani dal vivo in Europa (3/67) e la versione del 1967 di Respect.
(Mp3) Otis Redding - I've been Loving You Too Long

The Monochrome Set "The independent singles collection" (Cherry Red)
Raccolta di singoli finemente rivista per una delle migliori formazioni indie pop britanniche. Un suono che guarda tanto alle raffinatezze dei 60s quanto ad elementi musicali esterni come il Mambo e ad una certa psichedelia soft. Il loro cavallo di battaglia, "He’s Frank", è stato anche coverizzato dal loro fan di sempre, Norman Cook (Fatboy Slim).
(Mp3) Monochrome Set - He's Frank

DVD


Madrugada "Live at Oslo Spektrum 02.12.05" (Malabar)
Per coloro che rimasero affascinati e colpiti dall’atmosfera e dall’energia che trasudava il doppio Live At Tralfamadore, ecco finalmente disponibili le immagini che documentano le meraviglie di quel concerto. Registrato il 2 Dicembre 2005 all’Oslo Spektrum davanti a migliaia di fan in visibilio, il concerto è una clamorosa festa in cui vengono eseguiti tutti i successi della band. Non mancano le sorprese e gli ospiti di lusso: The Bodo Sinfonietta, il leggendario chitarrista Kid Congo Powers (già con Gun Club, Cramps e Bad Seeds) e Ane Brun.



The National "A Skin, a Night" (Beggars Banquet)

Il quintetto americano pubblica questo documentario, diretto dal regista francese Vincent Moon (che ha già lavorato tra gli altri con i REM), dove vediamo i National suonare in studio e dal vivo. Nella confezione un esclusivo CD, The Virginia EP, con 12 brani: demo, covers, versioni live, radio sessions e b-sides.

24/05/08

VERUCCHIO FESTIVAL 2008

- Programma Completo -

Quest'anno il Festival prevede cinque serate con doppio concerto ciascuna, più una serata interamente dedicata alla musica elettronica. Un appuntamento a cui non mancare, concentrato in una settimana, con vere e proprie chicche (Josè Gonzales, Tunng, Dani Siciliano, Seth Lakeman, Blonde Redhead, Nathan Fake) praticamente ogni sera.

XXIV VERUCCHIO FESTIVAL (19-26 Luglio 2008)

Concerti di prima serata: Sagrato Chiesa Collegiata, inizio ore 21.30
Concerti di seconda serata: Rocca Malatestiana (21/07: Museo Archeologico), inizio ore 23.30

SABATO 19/07/08
Sagrato Chiesa Collegiata: RICHARD GALLIANO Tangaria Quartet
Rocca Malatestiana: IBRAHIM MAALOUF
Intero primo concerto: € 20,00
Intero secondo concerto: € 10,00 (€ 5,00 con biglietto primo concerto)

LUNEDI’ 21/07/08
Sagrato Chiesa Collegiata: JOSÉ GONZALES
Chiostro del Museo Archeologico: SETH LAKEMAN
Biglietto unico per tutti i tre concerti € 20,00

MERCOLEDI’ 23/07/08
Sagrato Chiesa Collegiata: TOUMANI DIABATÉ "Mandé Variations"
Rocca Malatestiana: CELINA DA PIEDADE
Intero primo concerto: € 20,00
Intero secondo concerto: € 10,00 (€ 5,00 con biglietto primo concerto)

GIOVEDI’ 24/07/08
Sagrato Chiesa Collegiata: BLONDE REDHEAD
Rocca Malatestiana: DANI SICILIANO
Intero primo concerto: € 20,00
Intero secondo concerto: € 10,00 (€ 5,00 con biglietto primo concerto)

VENERDI’ 25/7/08
Rocca Malatestiana: ELECTRONIC NIGHT con BJ Nielsen & Hildur Gudnadottir + B. Fleischmann
Biglietto unico € 10,00

SABATO 26/07/08
Sagrato Chiesa Collegiata: LUDOVICO EINAUDI con Robert e Ronald Lippok
Rocca Malatestiana: NATHAN FAKE
Intero primo concerto: € 25,00
Intero secondo concerto: € 10,00 (€ 5,00 con biglietto primo concerto)

Abbonamento: € 90,00 (valido per tutti i concerti, di prima e di seconda serata)

23/05/08

PLEASE, COVER ME II

- Covers for your great Weekend -


Mentre il primo "Please, Cover Me" spiegava cosa fosse una cover e dove nascesse questa terminologia, questo e i prossimi appuntamenti daranno spazio alle cover più interessanti che girano all'interno del nostro programma radiofonico, recuperate qua e là, fra ragnatele e polvere, negli scatoloni dei 33 giri dimenticati, nelle borse dei dischi o semplicemente girovagando per il web.

Beach Boys:
Kokomo - Adam Green e Ben Kweller
Una spiaggia e un drink. Il vocione da crooner di Green (qui con Ben Kweller) fa il resto. B Side del singolo "Jessica" del 2004. Un film da ricordare: "Cocktail" e "Doug" Coughlin (Bryan Brown), un mito per ogni barista che si rispetti.
Surfin' Usa - Jesus and Mary Chain
Stessa spiaggia qualche drink più tardi. Da "Darklands Ep", 1987.

Eddie Cochran:
Summertime Blues - Blue Cheer
Grazie alle ultime uscite discografiche, si fa un gran parlare di psicadelia in questi giorni. Allora eccone una buona dose vintage: da "Vincebus Eruptum" del 1968, primo album dei Blue Cheer, la cover che li portò a conoscenza del grande pubblico (vedi Video).



Rolling Stones:
(I Can't get no) Satisfaction - Assemblage
Nel 1965 il singolo dei Rolling Stones usciva in America e schizzava immediatamente al primo posto nella classifica di Billboard. Qualche tempo dopo, gli Assemblage pensavano bene di rifare questa soulish version completa di cori neri come la pece e percussioni martellanti. Consigliata...Otis Redding avrebbe qualcosa da ridire, forse.

Beatles:
Taxman - Nickel Creek
I Nickel Creek sono un trio di bluegrass acustico che si è sciolto nel 2006. Durante i live, si divertivano enormemente a rifare i classici del rock, dai Beatles ai Radiohead passando da tutto quello che ci stava in mezzo. Sta di fatto che erano veramente bravi. Non per niente il loro album d'esordio nel 2001 li fece vincere un Grammy.
Tomorrow Never Knows - Stereo Mc's
Chi ha più di 30 anni si ricorderà la camicia di jeans a collo allacciato e il pantalone largo di Rob Birch mentre cantava "Connected", il loro pezzo più ballato in assoluto. Questa cover dei Beatles è rifatta sotto i fumi lisergici di una "Madchester" che gli Stero Mc's hanno sempre avuto nel cuore. La versione più particolare che le mie orecchie abbiano mai udito. Alzate il volume , spegnete la luce e sgranchitevi le gambe..

Harry Belafonte:
Banana Boat Song - George Clinton
Anno 1989. La pazzia funk di George Clinton ha superato il ventennio e sta degenerando. Una icona da adorare. Sempre. Comunque.

Bruce Springsteen:
Streets Of Philadelphia - Marah
I Marah di Dave Bielanko sono una band pressochè sconosciuta in Italia ma che in America ha uno zoccolo duro di fans, guadagnato con il sudore di un intenso vagabondare da un live all'altro. Amici di Bruce Sprigsteen, gli rendono omaggio con questa versione country di "Streets Of Philadelphia" che allieta non poco i toni del brano originale.

AC/DC:
Highway To Hell - Patty
Da "Backed in Black", un tributo agli Ac/Dc completamente gestito da voci femminili, questa cover è ciò che sarebbe successo ai fratelli Young se fossero stati...sorelle.

Scissor Sisters:
Take Your Mama - The Zutons
Uno dei pochi casi in cui la cover è meglio dell'originale. L'approccio "south-acustic" rende questo brano ancora più fresco e godibile. Non ce ne vogliano i fans delle Forbici.

Merle Travis:
Sixteen Tons - Stevie Wonder
Nel 1963 usciva sotto etichetta Motown un album dal titolo "The 12 Years Old Genius", un titolo che la diceva lunga su chi potesse essere il nuovo protagonista del Soul da lì in avanti. Tre anni più tardi, in "Down To Earth", Stevie Wonder si cimentava con questo classico degli anni '40 facendo battere il cuore delle ragazzine di colore con un brano che ascoltavano i loro genitori. Sfido chiunque a dire che la navigata voce che si sente sia quella di un sedicenne...

22/05/08

BACKBEAT - Tutti Hanno Bisogno d'Amore (Gbr, 1993)

- Old School Movie -

Liverpool 1960.
Una fredda notte d'autunno, due studenti del Liverpool College of Art, Stuart Sutcliffe, spalleggiato dall'amico John Lennon, vengono picchiati e feriti dopo una lite al pub. Insieme a Paul McCartney, George Harrison e Peter Best formano un gruppo: Johnny and the Moondogs, ancora lontani dal trasformarsi in Beatles. Provano in una cantina scalcinata ma poco dopo decidono di trasferirsi ad Amburgo per la loro prima tourneè. Qui suonano cover rock’n’roll in localini della Ripperbahn Strasse, come il Bamby, dove Lennon trova modo di esibire il solito caratteraccio e le ragazze non lesinano le loro grazie ai giovani musicisti; oppure alla Kaiserkeller, dove una sera il grafico Klauss Voorman (disegnerà la copertina di Revolver e Anthology) conduce Astrid Kirchherr, fotografa di spicco nell'ambiente artistico locale, che diviene il grande amore di Stuart, immortala i futuri Beatles in storiche foto d'archivio, inventa per loro un nuovo look e la mitica acconciatura a caschetto - E' tutto vero: la sceneggiatura del film nasce da una conversazione tra il regista Ian Softley e la vera Astrid Kirchherr - La minore età non dichiarata di Harrison causa al gruppo l'espulsione dal paese , ma al 18º compleanno di George ritornano tutti in Germania dove Stuart chiede ad Astrid di sposarlo. Qui finisce per abbandonare il gruppo nonostante la riluttanza di George e comincia la sua breve carriera di pittore affermato. Verrà sostituito al basso da Paul mentre alla batteria subentra Ringo Starr. Ma il 10 Aprile 1962 Sutcliffe (nella foto è quello al centro) muore a soli ventuno anni tra le braccia di Astrid a causa di un emorragia cerebrale. E solo otto mesi dopo avrà successo "I Wanna Hold Your Hand", il primo disco dei Beatles: con ben 13 milioni di copie vendute. Il seguito è storia nota. Ma Stuart la sua scelta l’aveva già fatta e mai l’avrebbe rimpianta.



>1>Tutte le canzoni della colonna sonora vennero eseguite dalla Backbeat Band: un super gruppo formato da Greg Dulli (The Afghan Whigs), Dave Pirner (Soul Asylum), Thurston Moore (Sonic Youth), Don Fleming (Sonic Youth), Mike Mills (R.E.M.) e Dave Grohl (Nirvana, Foo Fighters). Guardateli all'opera nel video ufficiale di 'Money' e dal vivo nel medley di 'Money/Long Tall Sally'.

>2>Se desiderate aggiungere maggiori dettagli alla storia e tante altre foto, tutte originali ,date un'occhiata QUI

21/05/08

BON IVER "FOR EMMA, FOREVER AGO"

- Frequenze Review -

2008 - Jagjaguwar

Flume
Lump Sum
Skinny Love
(Mp3)
The Wolves (I and II)
Blindsided
(Mp3)
Creature Fear
Team
For Emma
Re: stacks


Buy it from Amazon
Bon Iver Myspace

Recensione n. 41/2008


"I am my Mother's only one. It's enough". La solitudine è uno stato che regala agli animi romantici una dilatata dimensione per esprimersi. Il tempo scompare, gli occhi si chiudono. Le parole gocciolano dalle ferite.
Justin Vernon, aka Bon Iver, vive la solitudine fra le montagne del Wisconsin, in una baita sperduta. Fuggito dalla città e da un amore finito (arrivato in corrispondenza dello scioglimento della sua ex band, i Deyarmond Edison) sceglie la via più difficile per sistemare le cose con se' stesso, quella che porta ad un confronto diretto con i propri demoni e le proprie debolezze: l'isolamento. Neve, legno e la compagnia di una chitarra per i tre mesi di un lungo inverno. Vernon si ciba degli animali che riesce a cacciare in mezzo ad una natura selvaggia e vissuta come tale. Sembrano scene già descritte da "Into the Wild" e, in effetti, per la parte meno tragica, questa storia assomiglia a quella di Christopher McCandless (personaggio del libro di John Krakauer). Ma in questo caso, la fuga da una realtà poco calzante, è vissuta come disintossicazione dagli avvenimenti e non come via per un nuovo status.
Ascoltando "For Emma, Forever Ago" si entra in una dimensione intima, personale, a volte spiazzante. Il silenzio che accompagna l'ascolto viene da sè , un segno di rispetto verso il modo così disciplinato e diretto con cui il mood dell'intero Lp invade le orecchie. L'animo di Vernon e quella solitaria baracca in mezzo alla neve diventano un'unica cosa, una appartata dimora la cui chiave è nei solchi di questo vinile. Per questo, in alcuni momenti, anche il solo ascolto risulta essere intrusivo, come a violare qualcosa di sacro e fragile. Una vulnerabilità che rende omaggio ad Elliott Smith, Jeff Buckley e più recentemente a Fink, quello stesso accarezzare i contorni di storie raccontate sottovoce perchè troppo tristi e sentite per essere urlate.
Al di là dei paragoni con personaggi o stili, è bello poter intendere i nove momenti di questa istantanea di vita come un insieme di spirituals. Nove modi per trascendere da una schiavitù tremendamente dolorosa, dalla perdita di una parte di sè. Episodi affrontati con il tono di un cantautore di inizio secolo: una chitarra, un semplice registratore e il proprio blues da intonare. "For Emma, Forever Ago" sposta sempre più l'ago della bilancia verso un roots-feeling lontano anni luce da tutto ciò che fà parte di una scena musicale à la mode, riportando il termine indie al suo significato originale, quello di non-appartenenza a qualcosa di banalmente classificabile. Ad oggi, disco folk dell'anno.

Video di "Skinny Love" live @ Jools Holland

AND THE WINNER IS...

- Motorpsycho Contest -

Vincono un biglietto
per il Live dei


MOTORPSYCHO


Sabato 24 Maggio

presso
VELVET Club (Rn):

CHIARA DAMIANI
Firenze

MARCO BONACCOLTO

Bologna

20/05/08

SMILE PLEASE..........CLICK

- Only Good News -


>1>Come un fulmine a ciel sereno, tra meno di due settimane, uscirà a sorpresa il secondo album dei Fratellis, seguito del fortunato “Costello Music”. Intitolato “Here We Stand“, sarà preceduto dal primo singolo estratto “Mistress Mabel“, un rock’n’roll mid tempo placcato di glam. Niente a che vedere con i ritmi incalzanti in levare di “Chelsea Dagger” o “Henrietta”. Il video in compenso è molto peggio.

(MP3) The FratellisMistress Mabel’

>2>Capitolo Glasvegas: i nostri rockers prediletti di Glasgow hanno firmato un contratto per una major, la Columbia, ed il 23 Giugno uscirà il primo singolo ufficiale intitolato “Geraldine”. Ora, insieme al produttore Rich Costey (Interpol, Muse), stanno ultimando a New York le registrazioni dell’ atteso album di debutto previsto per Settembre con ospiti importanti come Lisa Marie Presley, figlia del Re e grandissima fan della band scozzese almeno quanto noi.

(MP3) Glasvegas - 'Geraldine' (demo)


>3>Era Domenica 19 Agosto 2007. Quel giorno usciva la nostra recensione su un album che avrebbe segnato il 2007 di Frequenze Indipendenti: “Like Drawing Blood”. Ignorato ovunque, prima o poi qualcuno si sarebbe accorto del geniale Gotye, il “Jamie Lidell australiano". Finalmente, visto l’eco del suo talento cristallino, l’etichetta londinese Lucky Number, tra le cui fila troviamo colleghi chansonnier come Sebastian Tellier e Keith, ha pensato bene di ristampare e distribuire l'album per il mercato europeo. Il 7” del singolo “Hearts A Mess” è gia disponibile.

(MP3) Gotye - 'Learnalilgivinanlovin'


>4>Richard Norris ed Erol Alkan tolgono il velo al progetto psichedelico Beyond the Wizards Sleeve in questa interessante intervista a Sup Magazine.


(MP3) Beyond The Wizards Sleeve - Get Ready To Fly


>5> E' cosi tanto tempo che aspetto una raccolta completa sui Liquid Liquid che quasi non mi sembra vero. Proprio oggi Domino Records pubblicherà “Slip in and out of Phenomenon” la ristampa rimasterizzata in un unico cd dei primi tre EP della band che meglio ha rappresentato l’essenza della New York degli anni 80 segnando per sempre la musica post-punk. Riponete senza rimpianti i vari Rapture, LCD Soundsystem, Who Made Who e quant'altro di simile uscito in questi anni per dedicarvi ai bassi profondi e ai ritmi ballabili dei pionieri del punk funk newyorkese.

Guarda il video originale (1983 ) di Cavern e quello amatoriale di Optimo.


>6> E' disponibile per l'ascolto (da oggi) sul myspace di Beck, "Chemtrails" il primo brano dell'artista americano nato dalla collaborazione con Danger Mouse. In attesa dell'album in uscita in estate, la prefazione è pura psichedelia '60s...L'ennesima conferma che più si va avanti, più bisogna necessariamente guardarsi indietro.

19/05/08

FOXBORO HOT TUBS "STOP DROP AND ROLL"

- Frequenze Review -

Stop Drop and Roll
Mother Mary
Ruby Room
Red Tide
Highway 1 (MP3)
She's a Saint Not a Celebrity
Sally
Alligator
The Pedestrian
27th Ave Shuffle
Dark Side of Night
Pieces of Truth (MP3)


2008 - Jingle Town Records (Recensione n. 40/2008)
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Foxboro Hot Tubs Myspace


Fermi. Questa non è una compilation-revival anche se la copertina potrebbe trarre in inganno. Non è un gruppo nuovo anche se il nome non vi dice niente.
Dietro a questa psicadelica facciata si nascondono dei musicisti molto navigati, la cui vera identità circola, a livello mondiale, da quasi una ventina d’anni. Foxboro HotTubs è il garage-side project nientedimeno che dei Green Day. Sorpresi? Non è nulla, aspettate di sentire il disco.
"Here is an American Band who sounds like the Brits", questo il succo della mini bio che ci è arrivata via mail. Ed è così. Il debito verso bands come Kinks e Yardbirds è evidente, anche se, a questo punto, il paragone più diretto è con un’altra band dei 60’s, anch'essa americana (come gli Hot Tubs) e super-influenzata dal r’n’b britannico: gli Shadows of Knights.
I giri di accordi, i riff, lo stile, sono tremendamente riconoscibili. Chi ha un minimo di conoscenza dei classici di quel periodo sentirà i Kinks di “You Really got Me” in “Alligator”, o di “Tired of Waiting For You” in “Red Tide”, i Monkeys di “I’m Not your Stepping Stone” in “Sally”, gli Who di “Run Run Run” in “27th Ave. Shuffle”. Ma, come ben tutti sanno, nel 2008 è praticamente impossibile cimentarsi con questo genere senza assomigliare a qualcuno o qualcosa. Il garage è un ramo del rock dove tutto gira attorno ai quei tremendissimi tre accordi, suonati con tutto il cuore possibile, ma pur sempre tre. Già gli anni sessanta erano pieni di gruppi fotocopia, figuriamoci 4 decenni dopo..
La luce ideale sotto cui leggere questo lavoro dei Green Day (lasciatemeli chiamare così) è quella del puro spasso. Scendete in pista gente, oggi si balla. I tre di Berkeley si tolgono i panni famosi di punk rockers e tornano alle origini della specie con un dannato piglio danzereccio, che sa di genuino. Abituati a indie-dolci elaborati e contraffatti è come assaggiare una fetta di torta fatta dalla nonna: l‘avrai mangiata un migliaio di volte......ma vuoi mettere?
Dodici brani sotto i tre minuti, che suonano semplici e dannatamente più coinvolgenti ad ogni ascolto. Il singolone "Mother Mary" è il pezzo che serviva agli Strokes del dopo "Last Nite" (in ascolto in fondo al post), "Highway 1" farebbe molto comodo ad un qualsiasi album di Hives o Mooney Suzuki. La voce di Billie Joe Armstrong (qui Reverend Strychnine Twitch) si sente eccome e si capisce istantaneamente, anche grazie ad un brano come “Pedestrian”, che gli Hot Tubs sono i Green Day prima diventare i Green Day, con la stessa voglia di divertirsi che avevano nell’89. Siamo insomma davanti ad una band dalle molteplici sfaccettature: dal recente risvolto politicamente impegnato di “American Idiot” (vedi crociata anti-Bush), a quello di precursori pop del punk anni 90 (insieme a Rancid, Blink e Offspring), fino a quello odierno di old school rockers che fanno fischiare gli hammond e tuonare gli ampli come una garage-brit-band dei sessanta. Oggi, da Berkeley, arriva un gruppo vecchio che suona come quarant’anni fa. Dov’è la cosa buona? Chiedetelo a vostra nonna.

Ascolta "Mother Mary" (singolo)



Foxboro Hot Tubs:
Reverend Strychnine Twitch, Mike Dirnt, Tre Cool, Jason White, Jason Freese.

" ... We are four guys who love to play music and be spontaneous, [and] after a few late night jams and a few too many bottles of wine, we were inspired to record some rockin' eight-track recordings".

17/05/08

CRAIG CLEVENGER "IL MANUALE DEL CONTORSIONISTA"

- Frequenze Books -

Craig Clevenger
Il manuale del contorsionista
Mondadori - Collana: Strade blu Narrativa
Pagine 257 - Formato 15x21 - Anno 2005

Soffri di emicranie “da spaccare in due la testa di Dio”. Prendi tutti i farmaci che ti capitano sottomano sperando di placare il dolore. Puntualmente ti risvegli in un letto d’ospedale, mentre lo psichiatra di turno sta valutando il tuo stato di potenziale suicida.
La recidività ti obbliga ad assumere ogni volta una nuova identità, nel tentativo di evitare l’internamento psichiatrico.
Ti chiami John Dolan Vincent, Christopher Thorne, Eric Bishop, Daniel Fletcher. Hai venticinque anni e vivi a Los Angeles, sei un cocainomane, nella tua mano destra si contano cinque dita, nella sinistra sei, hai un’intelligenza sopra la media, sei un incredibile falsificatore, dalla tua mente nascono continuamente nuove identità, nuove vite.
Mistifichi documenti, crei nuovi passati, nuovi ricordi difficilmente verificabili, ed un presente da persona comune. L’invisibilità diventa la tua ossessione, la tua vita è un continuo gioco di prestigio, come quelli che ti insegnava tuo padre da bambino, un esercizio di contorsionismo mentale perpetuo.
Come se non bastasse, sei nel mirino di un’organizzazione criminale che vorrebbe assicurarsi i tuoi servigi e che non sembra accettare un “no” come risposta.
Romanzo d’esordio di Craig Clevenger, cult negli US, passato quasi inosservato in Italia, una scrittura cruda, maniacalmente attenta ai dettagli, una narrazione che dalle prime pagine, tipiche del romanzo introspettivo in prima persona che alterna abilmente flussi di coscienza e flash back dell’infanzia del protagonista, sfuma via via verso le atmosfere classiche del noir, mettendo in scena le ataviche debolezze ed angosce umane.
Clevenger deve la sua formazione letteraria, per sua stessa ammissione, ad autori come Calvino ed a maestri del noir come Thompson e Cain.
Per una volta, le note di copertina non deludono ed il commento di Chuck Palanhiuk “Giuro che negli ultimi cinque, anzi dieci anni, non ho letto un libro all’altezza di questo” non sembra la solita marchetta dovuta all’editore, ma un parere sincero.

Matteo Armillotta
.

16/05/08

FAST REVIEWS

- From Our Records Pusher -

SPECTRUM meets CAPTAIN MEMPHIS
"Indian Giver"
Birdman

Un progetto ambizioso, ma del resto J.Spaceman (o piuttosto Sonic Boom, Spacemen 3 e Spectrum) ci ha abituati a questo ed altro. Il chitarrista inglese si è recato dalle parti di Independence, Mississippi, per incontrare Jim Dickinson, al secolo Captain Memphis, produttore e musicista di raro spirito, che vanta collaborazioni con Ry Cooder (Paris Texas), Dylan (1990s), The Stones (Wild Horses), Aretha Franklin (Spirit In The Dark), Big Star (Like Flies on Sherbet), The Cramps (Red Headed Woman). Il risultato della joint venture è un album all’insegna di una psichedelia bagnata tanto nel blues quanto nel rock motorico dei Neu! Instant classic. per tutti i fan di Primal Scream, Spiritualized e The Stooges.

(MP3)Spectrum meets Captain Memphis - Take Your Time


LANGHORNE SLIM
“Langhorne Slim”

Kemado

Dopo 3 anni di quasi assoluto silenzio ecco l'atteso nuovo lavoro di Langhorne Slim. Già si parlava di una promessa in ambito alternative-folk. Ma è come se Langhorne Slim avesse egli stesso paura di esplodere,come se scrivesse per pochi intimi. E’ del 2005 il meraviglioso “When The Sun’s Gone Down”,il debutto su lunga distanza, e gia si intravedeva l’ispirazione urgente, figlia del folk scarno dei Violent Femmes, non foss’altro perchè il batterista di Slim è tale Malachi DeLorenzo, figlio di Victor, appunto nelle femmine violente. L’album contiene 13 brani magicamente sospesi fra prewar Folk, Blues, Bluegrass e Country arrangiati qui in chiave moderna.Promessa mantenuta,e di questi tempi...

(MP3)Langhorne Slim - Rebel Side Of Heaven


ATLAS SOUND
“Let the blind lead those”

4AD

Bell’esordio esordio solista di Bradford Cox, anima e volto dei Deerhunter. "Let The Blind Lead Those" è un disco registrato in intimità, un flusso di coscienza che mischia cantautorato, garage rock ed elettronica. Cox costruisce un piccolo muro di suono che vive anche di arpe, violini, e, ovviamente, della sua voce inconfondibile. Capace di slanci pop emotivamente intensi.

(MP3)Atlas Sound - 'Recent Bedroom'


EL PERRO DEL MAR
“From The Valley To The Stars”

Memphis Indsutries

Ritroviamo la svedese Sarah Assbring con un secondo album che non mancherà di ammaliare tutti gli amanti del pop più onirico, delle palpitazioni evanescenti ed inquiete. In questo From The Valley To The Stars la signorina Assbring propone canzoni trasparenti, soffici e accorate. Tastiere pastello dal retrogusto vagamente acido, un'orchestra - la Gothenburg Symphony Orchestra - devota e misurata (oboe, flauto, tromba, corni, contrabbasso, persino un sitar), reminiscenze di Sparklehorse (la title track), melodie degne della migliore Beth Gibbons (Glory To The World) o unite ad un gusto 50's che farebbero la felicità di Goldfrapp (How Did We Forget).

(MP3)El Perro Del Mar - 'Glory To The World'

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