30/06/08

CHIARA DISTRAZIONE


Scatto.
Credo che si scatti per necessità
e per la gioia di rivedere quell’istante con la sua vera identità,
quell’identità non svelata, che si coglie solo dentro di se in quel brevissimo stupore.
Stupore capace di metterti alla pari con te stesso,
enunciando la propria interiorità senza concedere l’intimità.



Si svolgerà a Rimini dall’1 al 5 luglio 2008 la quarta edizione di Assalti al Cuore - Festival di Musica e Letteratura. Il festival propone un’edizione speciale che prende vita nel cuore pulsante dell’estate adriatica e prosegue il suo viaggio, dedicato alla ricognizione e alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi. Dal 2 al 30 Luglio Assalti al Cuore propone una mostra personale di Marco Trinchillo (Cervia, 1980) intitolata Chiara Distrazione allestita presso la galleria No Panic di Rimini. Marco combina la produzione musicale a quella artistica, alternando l’attività di fotografo (ha esposto i scuoi scatti in diversi comuni dell’Emilia Romagna. Tra questi Bologna, Forlì, Rimini, Comacchio, Imola, Ravenna, Faenza e Lugo), con quella di chitarrista nel gruppo degli Amycanbe. E proprio la band ravennate Martedì 1 Luglio inaugurerà il festival sulla terrazza del Rock Island presentando un’inedito live set (consigliata la prenotazione) intitolato “The world is round” capace di fondere le atmosfere acustiche e raffinate del loro primo album "Being a Grown-up Sure Is Complicated" con le sperimentazioni verbali di Gertrude Stein. Gli Amycanbe, guidati dalla voce lieve e lunare di Francesca Amati, propongono brani di semplice intensità e puro incanto, graffiati da un dripping di chitarre, batterie, fiati ed effetti elettronici, a sfumare il confine tra forma canzone e partiture strumentali, la rivisitazione di un pop d’autore, impreziosito da trame melodiche sussurrate, puntellate da note liquide vibranti di sottile calore emotivo.

(MP3): Amycanbe - Heal
(MP3): Amycanbe - Yellow Suit

28/06/08

HERBIE HANCOCK "A PRAYER CEREMONY in JAZZ"

- Frequenze Alternative Review: a Journey into Jazz -

1. Blessing Over The Candles
2. Motovu - Bor'chu (Mp3)
3. Sh'ma
4. Micho Mocho
5. Sanctification
6. May The Words Of My Mouth
7. Kiddush
8. Torah Service- Adoration
9. Final Amen (Mp3)

Era il 1968 quando questo disco vide la luce in un numero limitatissimo di copie, stampato da una piccola etichetta ebraica di New York. E da subito è entrato nel novero dei titoli più ambiti dai collezionisti, rimasto fino ad ora pressochè sconosciuto al grande pubblico. Dietro c'è una produzione incredibile in cui spiccano il piano e gli arrangiamenti di Herbie Hancock che prendono spunto dalle partiture di un giovanissimo Jonathan Klein, figlio del rabbino del Massachusetts Joseph Klein. A soli 17 anni Jonathan concepì una versione alternativa del concerto/ preghiera Friday Night Jewish, lo spunto per questo particolarissimo disco. La sua idea era di utilizzare il jazz in un contesto religioso combinando la profondità del jazz modale degli anni 60 alla spiritualità del canto ebraico religioso Medio Orientale come atto di preghiera e di celebrazione. Con la partecipazione di alcuni dei più stimati musicisti jazz del tempo come Jerome Richardson , Thad Jones , Ron Carter, Jonathan Klein e Grady Tate questo "Hear O Israel" è senza alcun dubbio uno dei più alti esempi di sperimentazione partorito dalla Grande Mela. Una ristampa fenomenale edita dalla Jonny, nuovo brand creato appositamente dalla Trunk Records , assolutamente indispensabile per qualsiasi appassionato di deep jazz.

"Jazz Album Of The Year - Reissue Or Otherwise"
5/5 RECORD COLLECTOR

"Released For The First Time On Cd,An Invaluable, Spiritual Release"
4/5 MOJO

"Forty Years After Its Original Unifficial Release, This Amazing Fusion Of Time Honoured Religious Ritual And Vintage Modern Jazz Can Now Bring Spiritual Uplift To Everyone"
4/5 THE OBSERVER

"Beatifull Deep Modal Jazz With Religious Singing!"
SOUNDS OF THE UNIVERSE

A.F.

27/06/08

R.A.T.M. LIVE @ STADIO BRAGLIA MODENA

- 14.06.2008 - Frequenze Live Report -

Era il 1991 e nei quartieri più inquieti di Los Angeles prese vita una band che coniò quello che alle orecchie di tutti giunse come CROSSOVER: una miscela di power-rock, funk, e rap dal taglio inconfondibile. Diciassette anni dopo e al seguito di infiniti e vani tentativi di imitazione i quattro di L.A. tornano in scena. I Rage Against The Machine furono e saranno sempre questi: un gruppo di ragazzi che si auto-produsse, che calcò i palchi per diverso tempo prima di ottenere un contratto, una band che unì impegni sociali e valori alla potenza di un suono esplosivo unico e soprattutto innovativo.
La loro “Rabbia contro la macchina” si interruppe nel 2000 con l’elezione di George W. Bush, quasi a sottolineare il loro mancato raggiungimento dell'obbiettivo di lotta al potere.
Oggi, dopo otto lunghi anni e diversi progetti paralleli, la band si riunisce per un tour mondiale, non una celebrazione, non un nuovo album, nulla di tutto ciò: i soliti RATM pronti a percuotere la politica e le masse, pronti a spronare i giovani alla rivolta per la libertà. Più che una reunion la loro sembra l’ennesima rimboccata di maniche al fronte politico-musicale.
Così non si preoccupano affatto di comparire sul palco annunciati dal suono di una sirena militare, tutti e quattro in riga con delle comodissime tute arancioni e degli scomodissimi cappucci neri, quelli del braccio della morte, quelli di Guantanamo.
Evidentemente la loro “Battle” non demorde e appena i roadies li vestono dei loro strumenti tocca a tom Morello scheggiare la prima nota di Bombtrack, il suono inconfondibile della stessa chitarra di sempre con la scritta “Arm the Homeless”.
Neppure il pubblico smentisce il passato e quel pogo vero di stampo anni ’90 invade come una marea l’ormai saturo parterre, il suono nello stadio è davvero deludente ma la potenza dei quattro è ineguagliabile. Tolte le gelide divise inizia la carrellata di smash-hits dei RATM: da "Bulls on parade" a "People of the sun" fino alla prima vera e propria esplosione sulle note di "Know your enemy". Non è cambiato nulla, come se il divario di otto anni non ci sia mai stato, i visi sono più segnati ma la rabbia e la perfezione tecnica sono le stesse di sempre. Zack De La Rocha ringhia felino e calpesta il palco come agli esordi, il basso e la batteria suonano al metronomo mentre la regia dai maxischermi concede persino le moviole degli assoli di un Tom Morello più dinamico che mai. I singoli storici della band si susseguono a non finire: da "Bullet in the head" a "Sleep now in the fire" e come da copione si respira adrenalina e nervosismo. Nessuna parola o ringraziamento fino a quando Zack De La Rocha attacca il pubblico con un discorso anti-Bush e anti-Berlusconi invitando a un risveglio la popolazione Italiana schiacciata dal potere. La macchina si ferma solo qualche minuto, qualche respiro, qualche riflessione e dietro l’enorme stella che fa da sfondo al palco si cela e incalza il loro inevitabile gran finale. Eccoli di nuovo con un ennesimo colpo di Revolver: le urla di "Freedom" e "Killing in the name" fanno tremare persino le tribune vips e il parterre fa scintille senza esclusione di colpi. Anche questa volta la “Battle” è finita, il risultato è il medesimo, i RATM si abbracciano, si concedono a migliaia di flash e se ne vanno. Nonostante lo strazio fisico del pubblico i nervi rimangono a fior di pelle e la soddisfazione di averli rivisti così impeccabili dona speranza, fa bene e appaga.

“...Yes I know my enemies.They're the teachers who taught me to fight me.Compromise, conformity, assimilation, submission, Ignorance, hypocrisy, brutality, the elite All of which are American dreams All of which are American dreams...”


Alessandro Zoffoli - Toffolomuzik


(MP3) Rage Against The Machine - Freedom
(MP3) Rage Against The Machine - Know Your Enemy
(MP3) Outkast - Bombs Over Baghdad (Rage Against The Machine Remix)

26/06/08

6000 E UNO, 6000 E DUE, 6000 E TRE...






Se siete appassionati di memorabila pop rock ed avete un bel pò di soldi da spendere, correte subito a segnarvi la data del 10 Luglio 2008 in agenda. La nota casa d’aste londinese Christies ha infatti in programma di battere alcuni lotti incredibili legati all'immaginario del rock. Pezzi unici, appartenuti ai piu grandi musicisti della storia e parti integranti dell’iconografia musicale. Dagli anni 60 ad oggi, ce n’è per tutti gusti e tutte le tasche: dalla chitarra di Paul Weller, ad un basso dei Pink Floyd o un amplificatore appartenuto ai Led Zeppelin, per non parlare dei vestiti di Madonna o Elton John. Per essere piu realisti ci si può accontentare del poster del tour di Anarchy In The Uk dei Sex Pistols per 400 sterline come prezzo di partenza. Ma diamo un'occhiata ai pezzi piu interessanti:

>1> [Gli occhiali da sole indossati da John Lennon durante il suo "Lost Weekend" del 1973-1974 ed in altre occasioni come nella copertina del singolo "Mind Games" ed insieme a Harry Nilsson durante l'espulsione dal Troubadour Club il 12 Marzo 1974. Stimati: 20,000-30,000 sterline. Previsione di vendita: 40,000-59,000 sterline]
>>(MP3): John Lennon - Ain't That a Shame (Fats Domino Cover)


>2> [Una Gibson SG Special rosso ciliegia del 1967 utilizzata da Pete Townshed tra la fine degli anni 60 e i primi anni 80 quando la regalò a Tony Haslam roadie e tecnico luci degli Who. In una lettera di accompagnamento alla chitarra Townshend dichiara: ".... deve essere una delle poche passate tra le mie mani, che è sopravvissuta senza essere stata distrutta...la considero come una delle mie chitarre speciali". Stimata: 20,000-30,000 Previsione: 40,000-59,000]
>>(MP3): The Who - Under My Thumb


>3> [La leggendaria grancassa dipinta a mano della copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, accompagnata da un manoscritto di Sir Peter Blake. Stimata: 100,000-150,000. Previsione: 200,000-290,000]
>>(MP3): The Beatles - Besame Mucho


>4> [Pantalone rigato indossato da Jimi Hendrix in diverse occasioni nel 1967 ed in particolare in una foto scattata ad Amburgo ed utilizzata per l'artwork dell'edizione tedesca del singolo "Burnin' of The Midnight Lamp". Stimati: 15,000-25,000. Previsione: 30,000-49,000]
>>(MP3) Jimi Hendrix - Purple Haze


Old School
Bonus Tracks:

>>(Mp3) Jimi Hendrix - Voodoo Child (Slight Return)
>>(Mp3) Stevie Ray Vaughan (and the Double Trouble) - Little Wing (Jimi Hendrix Cover)

25/06/08

ITINERARIO STABILE // CIRCUS CITY

- IV Edizione: 27, 28, 29 Giugno 2008 Cesena lungo Savio -

Festival di Musica, Arte, Paesaggio, Performance, Architettura nasce dalla necessità di messa in moto di un processo di riflessione e di riconquista da parte dell'arte di alcuni spazi della città, per divenire vero e proprio ragionamento teorico e progettuale sullo spazio scenico, sul paesaggio, sullo spazio fisico di movimento dell'artista e dello spettatore. La necessità è di vedere e far vedere le cose con uno sguardo nuovo, di catturare lo sguardo, di renderlo consapevole, di fermarlo e formarlo. Per il 2008, Itinerario si fa carico di un tema tanto popolare quanto attuale in ambito artistico: il CIRCO. Ovvero città come circo e circo come città, nel confronto tra gioco e serietà, stabilità e instabilità, capovolto o dritto, alto fino al cielo o basso a raso terra. Venerdi 27, Sabato 28 e Domenica 29 Giugno dalle 19,00 alle 02,00 Itinerario reinventa le sponde del Fiume Savio, trasformandole in una CIRCUS CITY avvalendosi della direzione tecnico/scenografica di Istvan Zimmermann, di un attento e volenteroso gruppo di studenti della Facoltà di Architettura Aldo Rossi, del supporto progettuale di Edilpiù e della collaborazione degli assessorati alla cultura, politiche giovanili e sociali, turismo e ambiente. Artisti di ogni provenienza abiteranno il fiume Savio con i loro spettacoli e concerti. Il rapporto artisti/committenza/cantiere/comunità, proprio come in un vecchio circo, si unirà per dare forma a un’unica grande installazione. Qui la precarietà cara al funambolo si esprimerà attraverso strutture nomadi, architetture effimere, installazioni, elementi sonori e performativi per formare una “baraccopoli” mai inefficiente al suo scopo...

INFO:
Scarica il

(foto edizione 2007: Lato selvatico: Tane+Rifugi+Nidi)

FrequenzeIndipendenti sarà presente per documentare il festival attravero le interviste a caldo agli artisti e per selezionare il sottofondo musicale che legherà tra loro gli spettacoli, aspettando la mezzanotte per altre due ore di festa lungo il fiume.

24/06/08

FLIGHT OF THE CONCHORDS "Flight Of The Conchords"

- Frequenze Review -


Recensione n. 68 / 2008

Bret McKenzie e Jamaine Clement sono due ragazzi neo-zelandesi piuttosto sfigati con nessuna capacità se non quella di suonare. Vivono una vita di stenti nella Grande Mela alla continua ricerca del successo accompagnati da un manager incapace e da un'unica sfegatata fan che ogni giorno, casualmente, capita davanti alla porta dell'appartamento dove abitano. Suonano come disperati e chiaccherano come matti facendo ridere più o meno tutti. Questo nella fiction.
La realtà è un pò diversa: Bret McKenzie e Jamaine Clement sono due furbi. Ottimi musicisti, hanno saputo affiancare alla loro passione la redditizia professione di attori costruendo in sei anni (dal 2002 ad oggi), sulla base della loro "comicità musicale", un piccolo impero chiamato Flight of the Conchords. Il loro progetto ha due svincoli principali che si intersecano l'uno con l'altro: la fiction televisiva e il business musicale correlato. La Sit-com dei nostri, in onda su HBO, è diventata un piccolo cult che ha conquistato gli States e la colonna sonora che l'accompagna è il modo più semplice per avere a portata di orecchio ciò che nel video ha già sfondato. Fondamentalmente si tratta di brani-parodia che rifanno il verso a un pò tutti gli stili più in voga ultimamente, dal Folk fino al Soul e al funk, dal Glam fino all'Hip Hop e alla Disco senza dimenticare qualche fuga nel pop degli '80. Un minestrone di roba che, per capirne il reale impatto, bisognerebbe approcciare in modo contrario, partendo cioè dal disco (in uscita a breve in italia) e non dalla Sit-com da cui è tratto.
Il discorso è molto semplice: "Flight Of The Conchords" gira fresco come un ventilatore, sarà anche per l'umore con cui lo si affronta, accompagnato dall'aria frizzante dell'estate appena iniziata. A produrre c'è una vecchia conoscenza di Beck, Mickey Petralia, già dietro le ali del Midnight Vultures Hanseniano, uno che certi frullati sa renderli al meglio. Si parte con la bossa - Gainsbourg influenced di Foux du Fafa, una presa in giro della pronuncia francese e del feticismo lessical-sessuale nei confronti di alcuni suoi termini, per poi passare, in meno di tre minuti ad Inner City Pressure (video), un brano che strizza l'occhio ai Pet Shop Boys più convinti. La chitarrina che accompagna Hiphopopotamus vs. Rhymenoceros è la base di una cantilena rap alla Kurtis Blow che fa sorridere in più di un'occasione. C'è spazio per il Soul di Curtis Mayfield e Marvin Gaye in Think About it. The Prince Of Parties sembra un brano dei Beatles (quelli del sergente Pepper) ri-editato da Ananda Shankar e Prince. Infine un bersaglio grande come David Bowie non poteva che essere colto in pieno dalla freccetta/frecciata di Bowie, più di una presa in giro, più di un omaggio, una imitazione che rasenta il perfetto. Al di là dei testi comici e della storia che c'è dietro ai vari brani e lasciando stare tutto ciò che riguarda l'immagine di questi due Pozzetto e Ponzoni neo-zelandesi, posso assicurare che il disco in sè è un vero spasso, e, se preso come tale (curato con classe da una produzione che non ha lasciato pressochè nulla al caso), può diventare la colonna sonora ideale per una giornata estiva con cocktail fra le mani e sorriso sulle labbra.

Flight Of The Conchords
2008 Warner


Foux Du Fafa (Mp3)

Inner City Pressure
Hiphopopotamus vs...
Think About It (Mp3)
Ladies Of The World
Muth'uckas
The Prince of The Parties
Leggy blonde
Robots
Boom
A Kiss is not a Contract
The most beautiful Girl..
Business Time
Bowie
Au Revoir

Buy it from Amazon
Flight of the Conchords Myspace


Video: Flight Of The Conchords - Inner City Pressure

23/06/08

THE NOTWIST & MUDHONEY: SPIRITO vs MATERIA

Recensioni n. 66/67 2008
The Notwist - Mudhoney


The Notwist
The Devil, You and Me
2008 City Slang
Dai tempi di Neon Golden molto è successo nel percorso artistico dei Notwist: nuovi album con i progetti Tied And Tickled Trio, 13 And God, MS John Soda, Console, Lalipuna, e la colonna sonora di un film. La gestazione del nuovo album The Devil You And Me è durata circa 2 anni. Per l’occasione si sono messi insieme alla Andromeda Mega Express Orchestra, un'orchestra classica di oltre 20 elementi specializzata in interpretazioni nervose e bizzarre di modern jazz. L'aria così nuveau che aveva Neon Golden non è certamente ricreabile, soprattutto dopo l'infilata di cloni a cui quel disco ha dato il via. Se si cercano quelle emozoni si rimmarrà delusi. The Devil You and Me è invece un lavoro da approcciare senza fretta, come a guardare un fiume limpido scorrere, senza nulla aspettarsi se non qualche lieve schizzo d'acqua ogni tanto. Solo così si potrà notare la varietà di sfumature sul fondo, dal persistente azzurro minimale fino ad un blu-dub o a un rosso kraut. La sensazione finale è di un disco piacevole e duraturo ma che sulle enciclopedie musicali, colpa anche di questi anni, lascerà probabilmente solo qualche riga a fianco delle intere pagine scritte per Neon Golden e Shrink. Una precisazione: l'edizione limitata (packaging speciale con ampio libretto con contenuti speciali per i fan), oltre al nuovo album, contiene il video di Where In This World.

(Mp3) The Notwist - Gravity

Mudhoney
The Lucky Ones
2008 Sub Pop
Dopo 20 anni di carriera tornano i Mudhoney di Mark Arm e Steve Turner, con il loro ottavo album in studio. Intitolato The Lucky Ones e registrato nel tempo record di neanche 4 giorni, il disco è ancora più diretto ed aggressivo degli ultimi lavori e riporta il gruppo di Seattle ai livelli degli esordi. Mai un disco dei Mudhoney era stato registrato in così poco tempo, sintomo di quanto il nuovo album sia urgente e selvaggio. Le parti di chitarra sono state interamente affidate a Turner e qua e là emerge, più che in altre occasioni, una vena psych che rende questo lavoro ancor più affascinante. Notevole, per finire, il brano Tales Of Terror, omaggio all’omonima band skate-punk di Sacramento la cui Ozzie fu coverizzata in quel capolavoro che risponde al nome di Dry As A Bone (1987) dei Green River, primo gruppo di Mark Arm e Steve Turner in compagnia di Jeff Ament e Stone Gossard (Pearl Jam). Inoltre per festeggiare i vent'anni, la Sub Pop, etichetta di Seattle, ha pensato bene di far uscire in contemporanea al nuovo lavoro dei Mudhoney la ristampa, in versione deluxe doppio CD, di quella manciata di brani e di quella copertina che hanno segnato ufficialmente la nascita del grunge, Superfuzz Bigmuff. Nel primo CD, oltre ai brani del’EP e ai singoli pubblicati nello stesso periodo che già erano stati inclusi nella edizione in CD fino ad ora in commercio, sono state aggiunte alcune versioni demo. Nel secondo CD sono contenute 2 complete esibizioni live del 1988.

(Mp3) Mudhoney - I'm Now

FINALMENTE E' ARRIVATA

- Frequenze Old School -



“ESTATE”, scritta nel 1960 del cantante e compositore Bruno Martino, insieme al co-autore Bruno Brighetti è uno dei pochi brani italiani riusciti a entrare nel repertorio dei jazzisti di tutto il mondo, un cosi detto jazz standard ancora oggi tra i più eseguiti. Dopo essere stata pubblicata e interpretata in Brasile da João Gilberto che la scoprì durante una tournee italiana e la riarrangiò in versione "bossa" non esiste praticamente jazzista al mondo che non abbia eseguito almeno una volta "Estate". Tra le versioni più celebri, quelle di Chet Baker, Toots Thielemans, Michel Petrucciani, Mike Stern; tra gli italiani che l'hanno interpretata ci sono Mina, Mia Martini, Ornella Vanoni, Vinicio Capossela, i La Crus, Irene Grandi e Sergio Cammariere. Nel 1961 “Estate” entra in HitParade, senza mai scalare le classifiche di vendita. Rimane una delle prime “vere” canzoni d’autore italiane. Questo è un piccolo omaggio ad un grande autore ed interprete poco conosciuto, che con la sua poesia, ed una straordinaria spontaneità compositiva ha consegnato alla storia alcune delle pagine più importanti della musica leggera italiana. Canzoni d'amore tristi, piccole novelle estive, storie di gelosie mai rancorose, narrate e suonate in punta di piano e voce.

(MP3): Bruno Martino - Estate

22/06/08

ALESSANDRO BARICCO "I BARBARI"

- Frequenze Books -

Alessandro Baricco
I Barbari – Saggio sulla mutazione
Universale economica Feltrinelli
Pagine 213 - Anno 2008


L’ultimo libro di Alessandro Baricco “I Barbari - Saggio sulla mutazione“ raccoglie una serie di articoli apparsi sul quotidiano La Repubblica tra maggio ed ottobre 2006, pubblicato lo stesso anno da Fandango ed infine questa primavera nella collana Universale economica Feltrinelli.
In questa serie di articoli Baricco cerca di affrontare e spiegare un interessante quanto universale quesito sociologico, la comune percezione umana di un imminente quanto violenta mutazione, che investe la nostra cultura in tutti i suoi aspetti, non solo nei modi ma altresì nei contenuti.
Certamente l’argomento non è nuovo, si trovano tracce di questa paura in tutta la storia umana, a riprova di ciò basta rileggere la definizione che un comune vocabolario dà della parola rivoluzione “Rivolgimento radicale che consiste nella rimozione totale di un preesistente sistema al fine di edificarne uno totalmente nuovo, che sia espressione del substrato culturale dal quale trae ispirazione”.
Rimozione totale di un preesistente sistema. Qual è lo squilibrato che, facendo parte anche solo indirettamente di questo sistema destinato alla sicura e probabilmente violenta estinzione, non proverebbe puro terrore? Pensate ora a quante piccole grandi rivoluzioni l’uomo ha assistito nella sua storia: rivoluzioni culturali, industriali, tecnologiche, teologiche, sociali ecc. Appare chiaro quanto la paura del cambiamento abbia accompagnato la vita degli uomini di ieri e di oggi.
Quest’angoscia cova dentro ognuno di noi, pronta ad esplodere con violenza e sdegno ogni qualvolta nella nostra vita irrompa “un’arte nuova”, dissimile nei modi ed in qualche modo svilente verso tutto ciò che fino a quel momento ci ha commosso, esaltato, fatto rabbrividire, sorridere e piangere.
A dispetto dell’enormità dell’argomento trattato, I barbari non è un vero saggio, Baricco sfiora solamente gli argomenti che propone e pare piuttosto disonesta l’argomentazione della sua analisi, portata avanti trattando campi di quella cultura nazionalpopolare (calcio, libri e vino) che chiaramente va a toccare la sfera emotiva di un gran numero di persone, chiamando in gioco un’inevitabile nostalgia, che porta il lettore a temere il “nuovo” e vivere come vera e propria invasione violenta il naturale evolversi della storia.
Lo stile è irritante e paternalistico, la sensazione è quella di un ritorno ai banchi di scuola, dove troppo spesso ci si trovava nostro malgrado ad assistere a quelle interminabili lezioni in cui la professoressa di turno credeva di avere davanti una classe di stupidi bambini e non di giovani uomini e donne. A conferma di ciò la pubblicazione è stata corredata di un imbarazzante glossario, in cui viene spiegato il significato di parole come internet, click o Ipod.
Mi ha sorpreso non poco scovare questo volume nello scaffale dedicato alla filosofia, mi è parsa una “barbarie” inaudita perpetrata verso una cultura antichissima avvezza a ben altri interpreti. Probabilmente gli ultimi anni trascorsi a far passare per geniale un buon narratore hanno portato il nostro autore a credere veramente di esserlo.
Vorrei chiudere con una piccola precisazione personale, non ho nulla contro Baricco, non cercatemi nella vasta schiera dei suoi detrattori ad ogni costo. Mi piace il Baricco narratore e consiglio spesso alcuni suoi ottimi romanzi, solo non amo il Baricco saggista.
Speriamo esca presto un suo nuovo romanzo, l’ultimo (Questa storia) mi era molto piaciuto, magari ne parlerò in un altro post.

Matteo Armillotta

20/06/08

PRIMAL "Can't Go Back" PREVIEW

- New Album & Video Preview -


I Primal Scream stanno per tornare sulla scena con il nono album in studio, il primo per l’etichetta B-Unique Records. L’album, in uscita il prossimo 21 Luglio, è intitolato “Beautiful Future” e sarà anticipato dal singolo “Can’t Go Back” (video). La produzione è stata affidata ad un’accoppiata atipica formata da Bjorn Yttling mente dei Peter, Bjorn e John in collaborazione con lo stilosissimo Paul Epworth. Tante le collaborazioni importanti: da Lovefoxx di CSS e Josh Homme dei Queens of the Stone Age, alla leggenda del folk Linda Thompson. Per questo si preannuncia un disco dai toni cangianti ed imprevedibili. Nel frattempo la direzione presa dal singolo sembra orientata su cose alla XTRMNTR mentre "Urban Guerilla" punta decisamente verso le sonorità di "Rocks". Vedremo.



(MP3) PRIMAL SCREAM - Urban Guerrilla

(MP3) PRIMAL SCREAM - Can t Go Back (radio rip)

19/06/08

DEVOTCHKA A FERRARA SOTTO LE STELLE

- Unica Data Italiana: 09 luglio 2008 -

DEVOTCHKA
Mercoledi 09 Luglio 2008 - Ferrara @ Piazza Castello
Ore 21,00

In apertura del live di THE RACONTEURS
25 euro+d.p

Giunti all'attenzione del grande pubblico per aver composto la bellissima colonna sonora (candidata al Grammy Award) del film Little Miss Sunshine, e per aver accompagnato i bourlesque show di Dita Von Teese in giro per gli States, gli americani Devotchka sono silenziosamente diventati una della più affascinanti e stimolanti realtà della scena musicale internazionale, piazzandosi senza dubbio tra i migliori e più dotati interpreti di una contaminazione senza confini la cui parole d’ordine è mischiare gli elementi più disparati, combinare passato e presente, oriente e occidente, rock e melodia.
Tanto drammatici e densi quanto ironici, i Devotchka mischiano elementi mariachi, mediterranei e zigani con il punk e la new wave in maniera insolita, convincente e virtuosa, grazie anche all’utilizzo di una marea di strumenti diversi come violino, piano, tromba, sassofono, trombone, fisarmonica e mille diverse percussioni.
Nick Urata, Jeanie Schroder, Shawn King e Tom Hagerman arrivano a Ferrara per un’unica data italiana (in apertura al live di The Raconteurs) per presentare l’ultimo acclamato album A Mad & Faithful Telling, uscito come i precedenti sull'etichetta di Tom Waits e destinato a lasciare indelebilmente il segno nel cuore di chi ama le contaminazioni artistiche, un'atmosfera da crooner e un senso di selvaggia libertà musicale.
Ad oggi, nostro disco preferito di quest'anno.

(Mp3) Devotchka - Undone
(Mp3) Devotchka - Head Honcho

Video
Head Honcho - Devotchka (Live @ Jools Holland)


MORLOCKS vs. ROCCA MALATESTIANA

- The Next Gig In Town -

Domani sera sul palco allestito nella magica cornice della Rocca Malatestiana di Cesena saliranno i californiani Morlocks per un concerto da ricordare se non altro perchè rappresenta la mosca bianca di una programmazione cesenate povera di eventi musicali di livello accettabile dedicati al pubblico più giovane. I Morlocks presenteranno il nuovo “Easy Listening For The Underachiever”, un album uscito nel 2007 ed appena ristampato per il mercato europeo da Go Down Records che trasuda da tutti i pori la passione inesauribile per il garage-punk . Un disco senza tempo e senza compromessi per una delle piu importanti formazioni del rinascimento garage degli anni 80, ancora capace di stupire grazie al carisma di quel diavolo di Leighton Koizumi, leader storico della band, morto e risorto dalle ceneri del rock’n’roll più primitivo e nichilista. I compagni che ha scelto per questa nuova avventura - gli eccellenti chitarristi Bobby Bones e Lenny Pops, il bassista Nick Jodoin e il batterista Marky - rappresentano l'essenza della rock'n'roll band: compatti, incisivi e senza sbavature. Il loro "wall of sound" è travolgente e non fa prigionieri. Garage-punk da paura e dito medio in faccia a chi sostiene le teorie "evoluzionistiche" del rock'n'roll. Signori, qui si tratta di "blood, sweat and tears": prendere o lasciare. Apriranno la serata due band locali: gli ottimi Les Bondages da Ravenna ed i marchigiani The Barbacans. Se al termine dei concerti avrete ancora fame di rock’n’roll, al LegoCafe (subito lì, ai piedi della Rocca) l'ospite d'onore sarà proprio Leighton Koizumi, ed in consolle io e Deni, insieme al master of ceremonies Marco "Monogawa" Turci, proporremo un after show a base garage/beat per cercare di tenere alte le fiamme sonore appiccate dai Morlocks. Sempre se dopo un concerto del genere avremo ancora le forze per farlo..

(Mp3) The Morlocks - Dirty Red
(Mp3) The Morlocks - Teenage Head (The Flamin' Groovies Cover)
(Mp3) The Morlocks - Get Out of My Life Woman


Ora apriamo una delle poche parentesi che vanno ad approfondire esclusivamente la nostra zona di pertinenza musicale: la Romagna ed, in particolare, Cesena. Ci sentiamo di doverlo fare, perché parti vive ed integranti di questa realtà, sia come cittadini sia come porzioni di una entità musicale radiofonica che comprende anche questo zoccolo di Romagna, ma soprattutto perché Cesena la portiamo nel cuore. Percepiamo un grosso disagio da parte di un numero sempre crescente di popolazione che vorrebbe vedere certe istituzioni muoversi per la valorizzazione dei meravigliosi spazi che il nostro circondario offre attraverso manifestazioni all’altezza della bellezza dei luoghi stessi. Nello specifico, la situazione della Rocca Malatestiana di Cesena, non è minimamente nelle aspettative di una città all’avanguardia come la nostra, tanto ricettiva musicalmente quanto propositiva, grazie ai numerosi concerti di qualità (almeno 4 settimanali) organizzati durante l'inverno dagli imprenditori dei locali del territorio. Ci spiace dover essere categorici sull’argomento Rocca ma è la triste realtà dei fatti: un programma estivo monopolizzato da cover band da “Sagra Della Birra” per giunta patrocinato dall’assessorato alla cultura è francamente paradossale. Per delicatezza non entriamo nello specifico ma il programma potete giudicarlo da soli. Ai Massive Attack del Ravenna Festival, ai Blonde Redhead di Verucchio(Rocca Malatestiana), agli Interpol + i Deus di Ferrara(Piazza Castello), a Mike Patton di Bologna(Piazza S.Stefano) o a Vladislav Delay di Rimini(Corte degl Agostiniani), solo per citarne alcuni, Cesena risponde per il secondo anno consecutivo con la cover band ufficiale di Ligabue. I luoghi carichi di storia e cultura meriterebbero altro. Suonare tra quelle mura dovrebbe rappresentare un privilegio ed un onore riservato a grandi artisti, proprio come accade altrove. In futuro mettiamo anche le nostre competenze (se necessarie) a disposizione di un tavolo di lavoro condiviso tra le istituzioni cittadine e gli imprenditori musicali della zona, in modo da definire insieme un programma sostenibile e soprattutto adeguato al fascino ed alla bellezza della location, che sappia anteporre l’aspetto culturale degli eventi al semplice intrattenimento. Per quello la Romagna offre da sempre validissime alternative.

I Collaboratori di
FREQUENZE INDIPENDENTI

LAST SHADOW BROTHERS

- Old School? New Cool -


Di seguito il video tratto dal secondo singolo dei "fratelli" Turner/Kane, Standing Next to Me e, più o meno la stessa cosa, almeno in termini di immagine, esattamente 50 anni prima. Senza nulla togliere ai due inglesi, autori di un ottimo album, facciamo notare che ascoltare gli Everly Brothers (qui sotto con Bird Dog) non è mai stato così tremendamente contemporaneo.

(Mp3) Last Shadow Puppets - Standing Next To Me


17/06/08

CHELSEA ON THE ROCKS

- Frequenze Film Preview -

regia: Abel Ferrara
produzione: Deerjen Films
nazione: U.S.A.
anno: 2008
genere: Documentario
durata: 84 min.
cast: Ethan Hawke, Gaby Hoffmann, Dennis Hopper, Adam Goldberg, Bijou Phillips, Milos Forman, Grace Jones, Giancarlo Esposito, Walter Cronkite, Christy Scott Cashman

I lettori più affezionati e fedeli del blog ricorderanno senz’altro il nostro piccolo omaggio ad un luogo leggendario che per più generazioni fu fortezza imprendibile del talento, della vita bohemienne, dell'eccesso e dell'arte sregolata: il Chelsea Hotel di New York. Tutto questo rivive nel film di Abel Ferrara proposto fuori concorso, tra gli eventi speciali dell'ultimo Festival di Cannes. Undici piani per 250 camere al confine del malfamato quartiere di Chelsea, costruito nel 1883, mezzo albergo e mezzo pensionato, l'albergo reso famoso da molte canzoni di grandi cantautori americani (Joni Mitchell, Bob Dylan, Leonard Cohen tra gli altri) così come dalle pagine di diario di scrittori come Dylan Thomas e Tom Wolfe, è secondo Abel Ferrara "una memoria viva della mia città". Per ricostruirne i sapori, gli aneddoti, lo spirito alla vigilia di una ristrutturazione che ne minaccia l'identità e il futuro, il sulfureo regista americano ha creato un percorso visivo che sta tra il documentario e la ricostruzione con attori. Sullo schermo sfilano personaggi mitici nella storia dell'hotel come Dennis Hopper che vi sbarcò a 19 anni, Milos Forman e Grace Jones, volti noti dello star system e della cultura come Ethan Hawke, Adam Goldberg, Bijou Phillips, ma anche giovani attori chiamati a dare voce a personaggi di quella mitologia. Il risultato è certamente affascinante, ma appartiene alla topografia artistica di un regista che di New York si sente un po' il cantore e un po' l'ultimo testimone. Gli fa eco volentieri Dennis Hopper dicendo : "Era un luogo terribile, in un quartiere malfamato e le camere erano piene di abitanti non proprio rassicuranti dalle pulci alle cimici. Ma starci ti cambiava la vita, sentivi subito un'energia speciale staccarsi dai muri ed entrarti sotto pelle. La polizia non osava nemmeno avvicinarsi perché forse non ne sarebbe uscita viva, ma tra gli ospiti c'era una solidarietà fantastica, un rispetto per il talento, un'onestà di fondo per cui tanti - li conosco personalmente - sono tornati a pagare il conto anni dopo, una volta diventati famosi". Tra gli ospiti più celebri del Chelsea sono da annoverare: Sir Arthur Clarke, Bob Dylan, Stanley Kubrick, Arthur Miller, Joni Mitchell, Dee Dee Ramone, Larry Rivers, Dylan Thomas, Mark Twain, Tennessee Williams, Milos Forman, Janis Joplin, Donald Sutherland, Patti Smith, Dennis Hopper, Andy Warhol, Edie Sedgwick, Jane Fonda, Leonard Cohen, Robert Mapplethorpe, Tom Waits, Courtney Love, Sam Shepard, Charles Bukowski, Julian Schnabel, Jimi Hendrix, Sid Vicious, Nancy Spungen e tanti altri. Attraverso filmati d’archivio, apposite ricostruzioni, interviste agli attuali proprietari e gestori dell’albergo e testimonianze degli ospiti di ieri e di oggi, Abel Ferrara rende omaggio con questo documentario ad un luogo entrato nel mito.

16/06/08

WHITE DENIM " WORKOUT HOLIDAY "

- Frequenze Review -



Joshua Block, James Petralli e Steve Terebecki ovvero batteria, chitarra e basso della nuova fontiera del garage, una landa distante anni luce dalle normali convenzioni, costruita su terreni anomali e contaminati.
I White Denim suonano a velocità siderali un Bluesy-Soul che a quei giri sublima in punk, wave, prog e stramberie varie. Dopo aver ascoltato i 12 brani del loro Lp di debutto sulla scena Europea (hanno alle spalle un paio di Ep in USA) "Workout Holiday" per l'etichetta Full Time Hobby, siamo certi di poter parlare senza dubbio di una delle migliori novità di quest'anno.


Recensione n. 65/2008
White Denim
"Workout Holiday"
Full Time Hobby


Lets Talk About It
Shake Shake Shake
Sitting
I Can Tell You (Mp3)
Mess Your Hair Up (Mp3)
Heart From All Of Us
All You Really Have To Do
Look That Way At It
Darksided Computer Mouth
WDA
Don't Look That Way At It
IEIEI


Buy it form Amazon
White Denim Myspace


Poco più di 35 minuti, questa la tempistica dell'avventura nel cosmo dei White Denim, da Austin, Texas, profondo sud degli Stati Uniti. Un viaggio in un caos particolarmente interessante. Si parla fondamentalmente di garage, ma l'esperienza a cui si è sottoposti è decisamente più attualizzata rispetto ai canoni classici del genere: la macchina sonora che ha caratterizzato band come Kinks o Standells (e parecchi altri "Nuggets", in verità) subisce qui un trattamento post-punk in mezzo a prodotti con loghi di Gang Of Four, Devo, Minutemen, Wire e altre diavolerie a cavallo degli Eighties. Ciò che ne esce porta con degno orgoglio una carrozzeria corrosa nei ritmi (rotti, spezzati in più parti ma con uno scheletro dinamicamente rinforzato), che perde qualcosa in termini di impatto immediato ma ne acquista dal punto di vista della freschezza. Un disco disordinato, caotico, indisciplinato, un capolavoro sfocato che si perde in certe digressioni che fanno smarrire il filo più volte e colpi di genio improvvisi che riportano le orecchie a capire cosa stà realmente accadendo. Un ascolto non vi basterà, questo è sicuro. Certi suoni che inizialmente entrano nei timpani per lasciare un leggero ronzio e scappare, sono destinati a ritornarci per girarci vorticosamente e non abbandonarli più. Si è costretti a tornare più volte sui due minuti scarsi di I Can Tell You prima di gridare al miracolo. Le forme sinuose del beat dei '60 (Beatles, Kinks) vengono ri-editate con un fonkadelico stile alla Sly Stone e ritmi provenienti dall'Africa nera. Più che un miracolo, forse, una maledizione, visto che la melodia delle sue brevi strofe appiccica come la colla. Persino la hit Let's talk about it, brano che apre gli ascolti, è pregna di una immediatezza strana, che svanisce col passare dei minuti ma fa comunque innamorare selvaggiamente. Forse per colpa dell'eco dei suoi scarni riff che continuano a sbattere nelle pareti del cervello anche parecchio dopo aver spento lo stereo. Ma veniamo al dunque: non avrete la vera impressione di ascoltare dei geni fino a quando non approderete sulle spiagge di Mess Your Hair Up. Un Rock'n'Roll tirato e superballabile, la cui pausa serve in realtà come piattaforma di lancio per un missile wave-funk destinato ad esplodere insieme all'hand-clap che lo accompagna.
Un lavoro tremendamente deviante e allo stesso tempo illuminante. I White Denim accompagnano il Rock'n'Roll a fare due passi in un buco nero. Se avrete il coraggio di seguirli fino in fondo, troverete, passata la caotica tempesta iniziale, una luce accecante ad aspettarvi. Un disco da amare, possedere, perpetuare.

Video: Let's Talk About It

15/06/08

L'ANGELO CON IL FONOGRAFO

- Frequenze Books -

Evan Eisenberg
L’angelo con il fonografo
(Musica, dischi e cultura da Aristotele a Zappa)
Collana Saggia/Mente - Ed. Instar Libri

Newyorkese di nascita e con l’anima di un viaggiatore. Evan Eisenberg è un critico musicale, collaboratore per riviste scientifiche di medicina, filosofo (magna cum laude ad Harvard) ma soprattutto un uomo con una grande passione: la musica. E proprio questo amore viscerale lo ha spinto a scrivere “L’angelo con il fonografo”, un meraviglioso trattato filosofico sulla musica, sulle civiltà che l’hanno vista nascere/crescere/vivere, sui supporti sui quali è stata immortalata, sulle emozioni che suscita. Un viaggio, attraverso il tempo e lo spazio, ma soprattutto attraverso i suoi incontri, a volte davvero strambi, con chi per un motivo o per l’altro ha fatto della musica la propria vita. Testimonianze di collezionisti con la casa letteralmente colma di vinili (800 mila, che finivano per riempire il forno ed il frigorifero oramai inutilizzati, pile alte sino al soffitto ed odore di solitudine), ex pianiste, fisici cileni. Ognuno con la propria storia da narrare. Una vita votata alla musica, o anche semplicemente al suo ascolto. Questa l’interessante tesi di Eisenberg, sulla “reificazione” della musica e della sua finalità sociale. Se nell’antichità la musica era esclusivamente “dal vivo”, quasi sempre durante riti religiosi o spettacoli pubblici, con l’avvento della musica intesa come “oggetto”, l’ascoltatore poteva ora ascoltarla nella propria casa. Una funzione catartica, in cui si poteva scegliere cosa ascoltare ed in quale momento della giornata, in funzione del proprio stato d’animo. La vivacità di scrittura dell’autore permette di leggere quest’opera d’importante spessore culturale con la leggerezza di un romanzo. Un libro che definirei, citando Eisenberg stesso, “elegante come un teorema di Euclide”.
Da notare la sezione “Discografia” davvero ben curata, con titoli e autori dei brani citati nel testo, anno di pubblicazione, etichetta e numero di catalogo. Immancabile per chi ama la musica nella sua accezione più completa. Centinaia di anni di storie, amori e lacrime, viaggi, tramandati attraverso i solchi impolverati dei vinili.

“Il disco è un mondo. Il mondo inciso dall’uomo in una forma che gli possa sopravvivere”.

Marco Rota

14/06/08

SPAZIALE FESTIVAL

- Programma Completo -

Giunge alla sesta edizione SPAZIALE FESTIVAL in SPAZIO211 a Torino, festival dedicato alla produzione e valorizzazione dell'innovazione artistica e musicale realizzato grazie al partenariato con la Città di Torino, Regione Piemonte e Fondazione CRT. Un cartellone SPAZIALE ed EMERSIONE festival che presenta date con artisti nazionali ed internazionali che confermano Torino, città creativa, fertile e cosmopolita, presente sulla mappa delle città che ospiteranno i migliori concerti dell'estate 2008. Un cartellone che in SEI anni non ha mai ripetuto un solo nome!

8 Luglio THE RACONTEURS+VAMPIRE WEEKEND (euro 25,00) - 14 Luglio dEUS (euro 20,00) - 15 Luglio SIOUXSIE (euro 25,00) - 16 Luglio THE NOTWIST + LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA con GIORGIO CANALI (euro 15,00) - 17 Luglio IL TEATRO DEGLI ORRORI + vvaa (ingresso gratuito) - 18 Luglio OFFLAGA DISCO PAX + vvaa (ingresso gratuito) - 23 Luglio THE HIVES + MINISTRI (euro 25,00) - 27 Luglio YUPPIE FLU + vvaa (ingresso gratuito) - 28 Luglio THE MARS VOLTA (euro 25,00)

13/06/08

GLASVEGAS "GERALDINE"

- Frequenze Video Preview -



Per un buon periodo di tempo James Allan (frontman dei Glasvegas) ci ha tenuto aggiornati su ciò che produceva la band e sugli eventi che caratterizzavano i loro live e i mini tour che erano soliti fare fra Scozia ed Inghilterra. Abbiamo, per parecchi mesi, cercato di portarli in Italia per un paio di concerti ma nessun locale o produzione sembrava essere interessata (come da triste previsione) ad ospitare questo gruppo di Glasgow. Lo Stivale (a parte qualche fortunata isola felice - vedi Il Mucchio di questo mese..), come da tradizione, deve aspettare la detonazione della bomba per accorgersi che fa rumore. Poi qualcosa è successo: l'Inghilterra ha intuito che probabilmente aveva in casa i prossimi idoli di un paio di generazioni ("This decade's Oasis !" è l'affermazione che meglio riassume i titoli che la stampa specializzata ha loro dedicato) e l'ambiente musicale Europeo sta reagendo di conseguenza. Ora è il Tour Manager dei Nostri che ci tiene in contatto e le speranze di vedere i Glasvegas in questi lidi hanno assunto caratteristiche più concrete che si delineeranno maggiormente dopo l'uscita dell'album in previsione per i primi freddi.
La crociata di promozione continua. E mentre James, Rab e gli altri sono in America a coccolarsi l'NME Awards e a finire di perfezionare il loro gioiellino musicale, vi proponiamo il video del nuovo singolo "Geraldine", una cascata di reverberi su tela patinata di blu. La produzione che ha affiancato i Glasvegas si nota eccome. Il lavoro di raffinamento che svolge sta evidenziando le reali potenzialità degli scozzesi. La rudezza dei primi demo, seppur affascinante, è stata levigata e portata ad un livello superiore di perfezione. La bomba è lucida e sta per esplodere. Quando lo farà, ricordate quando fu trovata, nelle campagne di Glasgow, mentre riusciva a splendere ancora ricoperta di terra.


Interessati al Merchandising della band ?

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