30/10/14

BEN HOWARD - I FORGET WHERE WE WERE

- Frequenze Reviews -


BEN HOWARD
I FORGET WHERE WE WERE
2014 - Island records

Pausa pranzo di qualche giorno fa. Mi aggiro, come spesso faccio in questo arco della giornata, per un negozio di dischi della regione. In sottofondo sento sto tizio che non so ben identificare. Brano lento, chitarra effettata alla John Martyn...Che sia Fink?
Magari uno dei brani del penultimo disco, che avevo ascoltato con poca voglia.
Boh. Lascio perdere: sto osservando roba hip hop. Amen. Bello però.

Poi parte un uptempo (Rivers in your mouth) con delle chitarre reverberate che ricordano vagamente the Edge quando ancora aveva uno stile cazzuto.
Un pezzo fragrante, tipo un biscotto preso in un forno: magari non divino come uno della pasticceria ma comunque caldo, profumato.
Le note sono avvolte da un velo di tristezza, una roba che poteva essere presa da Bryter Lyter di Nick Drake.
No. Non è Fink.

A questo punto scatta la sfida: mi concentro solo sul sottofondo e mi piazzo di fronte alla cassa per sentire meglio. 
Il terzo brano (I forget where we were) è simile al primo, un filo più pop, sale e poi implode nel ritornello. La voce è potente ma sottile, delicata.
Damien Rice? Bon Iver? 
Macchè.

Ma è l'arpeggio che decolla 3 minuti dopo che mi stende (In Dreams). La mia giornata cambia. Ho trovato un disco che in 15 minuti mi ha fulminato.

In realtà mi viene in mente che a giorni deve uscire il nuovo di Damien Rice. Il dubbio mi ritorna. Eppure la voce non è la sua...

Scelgo 2 dischi e mi metto in fila per pagare, il terzo da comprare l'ho già trovato.

Nel frattempo i brani scorrono e l'atmosfera muta ancora: un finale dinamitardo dopo un cantato quasi sussurrato, una cavalcata wave (che pare un U2 primi '80) dopo una poesia intimista (End Of the Affair).
Chi è?!
Sono estasiato.

Ben Howard.

Avevo già sentito il suo nome ma non avrei mai indovinato. Mai.
Ben, sei una mia lacuna.

Benjamin John Howard, inglese di 27 anni, a parte una marea di EP e di singoli, ha prodotto un altro disco nel 2011, Every Kingdom, che non ho mai ascoltato.
Sul web c'è chi scrive che è addirittura meglio di questo.

Impossibile: I Forget Where We Were è un lavoro troppo maturo, definito ed esauriente.
E' arrivato come un piccolo terremoto musicale nella mia testa. Mi ha stupito. E assicuro che, ad oggi, è un impresa piuttosto difficile.

Adesso chiedo tempo. Questo disco è come un pasto natalizio: nutrito, generoso, abbondante. Non posso dedicarmi ad altro.

Anche perchè ogni ascolto sta regalando sapori nascosti.
Credetemi, merita.





Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...